Amartya Sen sulla Felicità e le strategie di austerity dei tecnocrati

Da un più lungo intervento di Amartya Sen al Festival della Scienza di Genova e pubblicato sul Sole24ore di domenica scorsa, riporto uno stralcio dove si parla delle politiche di austerità dei cari tecnocrati europei.

 

“…in aggiunta alla recessione la disciplina dell’austerità viene imposta per ridurre il deficit a molti paesi con un tasso di crescita zero o negativo. Creare sempre più disoccupazione laddove c’è una capacità produttiva inutilizzata è una strategia bizzarra, e non basta ai padroni della politica europea dire che non si aspettavano forti cali di produzione e alti e crescenti tassi di disoccupazione. Perché mai non se l’aspettavano? Da quale idea dell’economia si fanno guidare? Di sicuro la qualità intellettuale del loro pensiero è un motivo di infelicità. Non si tratta soltanto di avere un’etica solidale, ma anche un’epistemologia decente.”

qui l’intero articolo:

http://www.ilsole24ore.com/art/cultura/2013-01-24/infelicita-istituzioni-europee-195150.shtml?uuid=AbhTarNH&p=3

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Il Brunello in mano all’Operaio

Com’è che, nell’epoca della Società del Gusto, della Condizione Postmoderna, in cui gli Studi sulla Felicità sono abbondanti, in cui il lusso ( il Brunello in mano all’Operaio ) è alla portata di tutti e i desideri e le aspettative che si presumono legate e conseguenti l’accesso ai beni di consumo e alla possibilità della cura maniacale di se stessi, l’Infelicità sembra regnare sovrana e l’abuso di psicofarmaci è taciuto, ma molto diffuso? Se il diritto alla Felicità è riconosciuto,
perché allora essere infelici?