Ogni notte ha una via di fuga

Ogni notte ha una via di fuga.
Un trauma duraturo e rievocabile,
un punto luminescente e solenne
in coda alla furia distruttrice
dell’Onest’Uomo incagliato
tra gli sgabelli, in un locale affondato.

(È stata l’allucinazione corporea della decima vodka.
Il battito cardiaco esuberante
che manovra la mano, il desiderio e il linguaggio
come l’Internato manovra la corriera
che ti strappa l’ombrello.
È stata la ginnastica di scimmie educate
che guardano la luna e pensano la chiave,
girano la chiave e pensano la luna
e poi si leccano come i cani
prima di correre, al primo suono delle sirene,
nel Rifugio Antiatomico)

Ogni notte è una via di fuga
dalla difesa inespugnabile
di bottiglie, visioni e bicchieri.
Una via scavata con Rabbia
tra i residui fumanti
di un lungo incendio di lemmi.

I poponi e i ramarri

In ogni discussione tra colleghi, è inevitabile, arriva sempre qualcuno che ha scavato a mani nude nella miniera di diamanti, che ha guidato il bilico per 179 ore consecutive, che a 50 anni ha 44 anni di contributi, che ha fatto guerra di trincea sopravvivendo e utilizza queste sue sovrumane fatiche come paradigma per valutare l’intensità delle altrui difficoltà lavorative. Una furia dialettica alimentata da numerosi “sai una sega te!” e altrettanto innumerevoli “vai a sentire, vai! Alla bastianacci e shostakovich come si lavorava…” Dove ovviamente si rischiava di morire ogni minuto.

Racconti che tracciano scenari che sembrano strappati alle scene più strazianti de “Il salario della paura”.

E invece hanno movimentato i poponi per tutta la vita.
I poponi e i ramarri.

Fonte: Opera propria (© Jared C. Benedict)
English: Transferred from en.wikipedia.org

Videopoesia #2 – Non rompetemi il cazzo (con sottotitoli in inglese)

Mi cimento umilmente, per la seconda volta, nel videomaking per questo testo che scritto il mese scorso.

Le riprese sono state effettuate il giorno 10 agosto 2018 sulla pietrosa riva del fiume Reno, in quel di Biagioni, sull’Appennino Tosco-Emiliano.