IL NOME DELLE COSE

IL NOME DELLE COSE

Viene il mattino e arresta la deriva
la prematura discesa tra le schiere
di chi comincia e di chi finisce.
Dopo quaranta giri
le cose hanno un nome
e un respiro impronunciabile proprio
un incavo invisibile e infinito
dove vivono le molte direzioni
che non abbiamo scelto
che non ci hanno scelto.

Estate Sicura

ESTATE SICURA

La carota
è uscita marcia dal frigo.
Il tappo si è spezzato
dentro al collo. Nell’aria c’è il gran morbo.
La sicurezza è la tenaglia che estrasse
il dente buono nell’eccesso preventivo.
Il sorriso menomato comunque
si staglia, mònito rubèsto e sfrontato
che il fingere la vita non è meglio
del morire.

SAFE SUMMER

The carrot
it came out of the fridge gear.
The cork broke inside the neck.
The great disease is in the air. Security
is the pincer that pulled out
the good tooth exceeding prevention.
The crippled smile anyway
stands out, stubborn and brazen warning
that pretending life is no better
of dying.

L’estate sta finendo

L’estate sta finendo
ed ha il suono greve
del copertone sgonfio.

L’andatura del milite zoppo
che dette l’arto e la fede
nella causa e nel futuro

per finire storto e barlaccio
a raccontare storie cui nessuno
crederebbe se non dopo
la sesta vodka.

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Summer is ending
with the flat tire’s heavy sound,
the gait of the lame soldier
who gave the limb and
faith In the cause and in the future
To end up freaked out and crooked
Telling stories which no one
Would believe if not after
The sixth vodka.

Il Cenotafio delle Illusioni

Il Cenotafio delle Illusioni

La sua capacità d’adattarsi cessò
d’esistere al risveglio una mattina
quando tra i calzini e le mutande
scovò il cenotafio delle illusioni
che alla sua vita dettero il suono
d’un infinito lamento felino.
Poi nell’automobile del secolo prima
piena di scorie parlanti un sonno
convulso e millenario e come ogni mattino
la commovente alba appesa
dietro la rampa d’ingresso della tangenziale.
Scalare due marce, procrastinare,
pensando al solito
“quante ore del cazzo alla guida”
e accelerare nel mistico silenzio autostradale.
Qualcuno dei tanti che dissero qualcosa
Ed era prevedibile
A fine giornata finì per avere ragione
Avendo comunque tirato una cazzata.

Chiamata telefonica dalla Zona Rossa

Chiamata telefonica dalla Zona Rossa

Pronto?
Pronto? Che giorno è?
Ho udito la voce di mio padre nel vento
radente mentre censivo il ghiaìno
del sentiero ribattuto nei giorni
lithomanzia segreta che trama disgrazia,
rogna e collane di sbadigli per la guerra
che viene in attesa che l’attesa
trovasse il motivo, ma il tempo
è una melassa che distilla virtù
obbedienza, coda di vinacce esauste
dai Solocorpo percóla l’odiopaura
l’elemento base del raggiro eccezione…
Come stai?
La messaggeria è la casa dei morti
tutto si è spento in un grumo di impronte
le bottiglie vuote si assembrano
il passo è perduto, nell’isolamento è bene
evitare l’alcool e l’isolamento,
nel rifugio di canne e pietre per calcolare
il peso esatto dell’amputazione taciuta
questa differenza immaginabile tra il prima
e il poi o viceversa tra quanto spettante
e quanto restante…
Che fai?
Seduto accanto al rosmarino tra le api
punto il telescopio verso the next place
i suoi abitanti essi sono cambiati
la vita solo corpo, grugnito e delazione
le visioni da sussuro diventano fiumana
l’esperto in simulazioni di scenario tradisce
tra le righe di un discorso sicuro
l’inettitudine, la paura di non essere compreso,
la termite nella zampa dello sgabello
lo scivolo sul nulla truccato da salvezza
l’articolo tarocco apparentemente
gratis.