L’entusiasmo irriflessivo e il Macello

Solo nel recente passato, quello di cui io serbo memoria, il 90 percento delle analisi e delle previsioni di chi, autorappresentandosi come esperto o possessore di informazioni privilegiate, tacciava le opinioni altrui di dilettantismo, di mania di protagonismo, di inesperienza, di becera ignoranza si sono rivelate, nel migliore dei casi, un grande cumulo di minchiate. Nel peggiore invece un uso surrettizio del discorso pubblico e dell’informazione per fini biecamente propagandistici. Con questo non voglio dire che fossero esatte le analisi e le previsioni degli inesperti perché anche le loro per il 90 percento erano la risultante di fede, speranza, poca modestia, furbizia congiunte. Cosa voglio dire allora?
Che ci gioverebbe staccarci dai temi emotivi e ricordare le parole di due colossi del 900 che conobbero dal vivo le tempeste della storia e la brutalità dell’agire umano. Louis Ferdinand Celine e il monito con cui nel suo Viaggio ci metteva in guardia dal farsi trascinare nel macello. Perché è sempre con l’amore (e con l’entusiasmo irriflessivo aggiungo io) che comincia il macello. E le parole di Emil Cioran sull’intercambiabilità delle idee il cui rifiuto necessariamente fa scorrere il sangue.
Anch’io come tutti gli altri ho il 90 percento di possibilità di tirare immani cazzate. Ma umilmente mi metto nella scia dei due da me citati e senza il loro acume e sicuramente con meno stile voglio suggerirvi una cosa.
Un uomo (o una donna) che per convincerti della bontà della sua idea ha bisogno di farti piangere o intenerirti sta cercando di mettertelo in culo.
E non sottovalutate l’intercambiabilità delle idee.

Essere all’altezza dell’Incurabile – E. Cioran

Chi appartiene organicamente a una civiltà non può identificare la natura del male che la mina. La sua diagnosi non conta gran che; il suo giudizio che ha su di essa lo concerne; se le usa dei riguardi è per egoismo.

Meno coinvolto, più libero, l’estraneo la esamina senza calcolo e meglio ne coglie i punti deboli. Se la civiltà cade in rovina, accetterà all’occorenza di cadere con essa, di constatare gli effetti del fatum su di essa e  su di sé. Quanto ai rimedi, non ne possiede e neppure ne propone. Poiché sa che non si può curare il destino, non si spaccia per guaritore con nessuno. La sua unica ambizione: essere all’altezza dell’Incurabile…

da “La Tentazione di Esistere” di E.M. Cioran